Articolo 9 di 28
Il giornalista perduto (terza parte)
I membri, non sempre gli stessi, conoscono il soggetto e possono valutare obbiettivamente l’operato di un addetto stampa quale lei è. È una sorta di cura che hanno alcune categorie selezionate. Questo non costituisce una agevolazione ma semplicemente la possibilità di una corretta valutazione.” “Beh allora saprete che è normale che un giornalista abbia delle idee politiche e faccia il tifo per un partito piuttosto che per un altro?” disse Roberto convinto della sua difesa.
Il secondo personaggio fino ad allora in silenzio disse: “Sì, anche se volendo essere fiscali non è proprio corretto. Ma vede, la commissione non si sostituisce ad una deontologica come quella presente sulla terra. No, qui vediamo se ci sono dei peccati, delle azioni che hanno creato un danno profondo. Un danno profondo è un omicidio o un furto che ha cambiato la vita di qualcuno perché ha causato a quella persona qualcosa di irrimediabile. Se nella sua carriera ci sono stati articoli tendenziosi non sono materia di questa commissione”.
“Bene, allora di cosa stiamo parlando?”
“Dunque qualcosa ci sarebbe” disse il vecchio togliendosi gli occhiali. “Ci sono ripetute violazioni della privacy in molte delle sue attività giornalistiche. Tre anni fa un cittadino che aveva provocato un incidente stradale venne citato in un suo articolo. Per colmare il trafiletto lei aggiunse che apparteneva ad una comunità religiosa particolare e sempre a scopo riempitivo, sostenne che la comunità religiosa era oggetto di attenzione da parte degli investigatori. Quello che non sa è che in seguito, dovuto al suo articolo, la posizione del soggetto all’interno della comunità religiosa si incrinò e sorsero incomprensioni tali che la stessa comunità decise di mandarlo via per proteggere il resto del gruppo ma soprattutto la sua immagine. La persona perse il suo posto e in seguito anche la moglie si separò per l’inclinazione che la vicenda aveva preso. Tutto era comunque cominciato con un articolo che violava la privacy della persona.”

“Mi appello al diritto di informazione, Signore!” Disse Roberto molto sicuro di sé ed oramai calato nella parte del Perry Mason. “Il diritto di informazione è un diritto che costituisce il fondamento di qualsiasi democrazia. Le persone devono sapere cosa accade intorno a loro. È parte del nuovo corso democratico che pian piano sta prendendo piede in ogni paese che pretende di scrivere il proprio nome nell’albo dei paesi civili e democratici.”
“Signor Rigamonti, si calmi”.