400 Parole al giorno 13/28

Articolo 13 di 28

Chiacchiere in ufficio (prima parte)

La ditta era un piccolo fiore all’occhiello di quella che definiremo un’impresa provinciale dalla valenza internazionale. Con la sua produzione di particolari meccanici di precisione per l’industria chimica, l’azienda aveva velocemente conquistato la sua fetta di mercato con merito. La storia del successo era semplice: un proprietario con una idea e una preparazione ingegneristica notevole e un paio di figli con capacità commerciali e conoscenza delle lingue. In un ventennio la piccola attività era ora diventata una realtà invidiabile.

Nell’ufficio la noia la faceva da padrona nella settimana dopo le ferie. Il lavoro era ripreso, ma come sempre gli ultimi giorni di agosto erano dedicati a sistemare gli arretrati, prepararsi per settembre e piano piano perdere quella modalità vacanziera che ognuno, sia che fosse andato al mare o che fosse rimasto in campagna, aveva inevitabilmente assunto durante il mese del Ferragosto. Del resto, era forse meglio annoiarsi un po’ piuttosto che fare fronte alla frenesia che iniziava i primi giorni di settembre dove i telefoni non cessavano un attimo di squillare e le richieste aumentavano di volume come il bianco delle uova sbattute della torta che Anna aveva portato in ufficio per festeggiare il suo compleanno avvenuto il giorno prima.

“La settimana prossima arriverà anche il consulente della Privacy per la periodica verifica all’interno dell’azienda” disse Luca che stava sfogliando il suo calendario per prendere vantaggio della vera ripresa del lavoro che sarebbe arrivato. Piero mangiava con piacere la sua fetta di torta mentre inseriva i dati dei clienti che sarebbero tornati utili ai commerciali, ma non poté nascondere sulla sua faccia una allusiva contrarietà sul soggetto.

Deglutì il pezzetto di dolce che aveva in bocca e disse: “esiste una legge più inutile?” lanciando ai presenti quel tono di chiaro invito alla chiacchiera che poteva essere fatta quando c’erano momenti calmi come quel giorno. Era un invito allettante, perché a differenza di altri soggetti tipo il calcio che escludeva Anna, o la dieta che escludeva lui come il collega Luca, o il tempo che coinvolgeva tutti ma era oramai abusato, il soggetto della “privacy” non era mai stato toccato.

“Che problema c’è se mi riprendono a bere un caffè con un’altra donna? Se non ho niente da nascondere ed è soltanto un’amica non devo mica nascondermi.” Disse convinto prima di addentare un’altra fetta di torta.

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