400 Parole al giorno 15/28

Articolo 15 di 28

Chiacchiere in ufficio (terza parte)

Del resto, già dal parrucchiere puoi avere tutti gli aggiornamenti che servono su cosa succede in paese” aggiunse ridendo.

“Penso che stiamo mancando il punto principale” disse finalmente Anna al completamento della sua consultazione veloce al web e della sua fetta di torta alla quale non era riuscita a sottrarsi.

“L’intimità (che è la traduzione italiana di privacy) è sì la parte intima dei rapporti, ma è anche la condizione di sentirsi liberi di parlare come uno fa a casa propria o con persone di sua fiducia. In aggiunta, nel concetto di intimo ci sono anche quelle parti, sensazioni e idee della persona, che come tu Luca hai tirato in ballo fanno parte della confessione. Il punto di questa intimità è come essa viene utilizzata. Facciamo l’esempio che il mio ministro di culto usi questi dati per indirizzarmi a sentirmi meglio, o che il mio medico usi questi dati per salvaguardare la mia salute. Questo non è materia di privacy. Se l’intento è quello di utilizzare i dati per il bene della persona invadere la sua privacy è lecito. Se l’intento non è volto all’interesse della persona, sapere i suoi dati più intimi costituisce un danno notevole. Il gestore della salumeria sotto casa mia sa che mi piace il lardo di colonnata e mi avvisa per farmi sapere quando arriverà. Lui, custode di una piccola e superficiale informazione la utilizza per farmi un favore, per il mio interesse. Questo suo infrangere la mia sfera di tranquillità è lecito e quasi piacevole. Ma se il venditore rampante di appartamenti è informato dal farmacista che tua moglie aspetta un figlio perché le ha venduto il kit per la maternità, e il venditore dopo poche ore dal test le propone un appartamento più grande per il nuovo arrivato, prima ancora che lei abbia avuto la possibilità di parlartene, la sfera di intimità è violata e anche la sua sensazione di libertà è violata.”

“Se io Piero guardassi le tue foto personali sul tuo pc senza la tua autorizzazione, per quanto tu possa essere un libro aperto, la cosa ti infastidirebbe, e questo renderebbe il tuo vivere in ufficio meno gradevole se fosse regola normale che le tue foto potessero essere viste da chiunque.”

“Beh mi arrabbierei molto”, disse Piero guardando lo schermo del suo computer e buttando quasi per caso l’occhio sulla cartella che conteneva le immagini, rendendosi conto in quel momento che non essendoci nessuna password, queste avrebbero potuto essere alla mercé di chiunque.

400 Parole al giorno 14/28

Articolo 14 di 28

Chiacchiere in ufficio (seconda parte)

“Beh, forse hai ragione ma le multe sono veramente salate se viene un ispezione e trova qualcosa che non va” fu la risposta di Luca che si distingueva sempre per la preoccupazione per la ditta.

Era parte di lui e non lo faceva per essere considerato un “leccapiedi” ma perché pensava che il benessere della ditta fosse importante quanto il proprio. “Le multe le prende in ogni caso se un ispezione arriva” disse Piero con la bocca ancora piena.

Anna aveva cambiato velocemente la sua schermata e si era lanciata in una googlata e aveva rimediato subito una serie di informazioni. Era la sua specialità la googlata. Il capo chiedeva dei dati relativi ad una regione, ad una persona, azienda o altro e lei in un batti baleno riusciva a trovare quello che serviva. E solo quello indispensabile.

“Non è solo una questione del fatto che tu sia ripreso durante la tua seduta al bar con un’amica. Si tratta di preservare la tua intimità.”

“Ma perché tutto questo stress relativo all’intimità? E che cavolo! Capisco che potrei anche passare per un adultero, ma ripeto, se non ho nulla di cui vergognarmi o da nascondere, alla fine chissenefrega.”

“Tutte queste informazioni riservate in effetti creano una barriera a volte pedante che viene superata con una serie di firme. Io dal dentista ogni volta che mi siedo mi fa firmare qualcosa” aggiunse Luca. Anna proseguì la sua lettura mentre decideva se dovesse lasciarsi tentare da un’altra fetta di torta che, come avevano sostenuto i colleghi, era proprio buona.

“Penso poi a tutti i dottori che devono avere informazioni per quanto riguarda i pazienti. È indispensabile che loro sappiano e a volte la velocità di informazione può anche salvare un paziente. Mi raccontarono di un dottore del pronto soccorso che scoperto il medico di base di un paziente che era collassato inspiegabilmente, lo contattò e scopri informazioni che gli permisero di salvare l’uomo. Se il medico di base si fosse appellato alla normativa, il segreto sarebbe stato custodito anche nella tomba. Il paziente prendeva del Viagra ad insaputa della moglie” affermò Piero contento di essersi ricordato questa vicenda letta mesi prima sul giornale e di aver fatto una bella figura.

“Io mi confesso regolarmente” disse Luca “ma non penso che il mio parroco sia soggetto alla privacy. Eppure, potrebbe essere a contatto con una serie di intimità del paese che … potrebbero diventare veramente appetibili per le riviste scandalistiche”.

400 Parole al giorno 13/28

Articolo 13 di 28

Chiacchiere in ufficio (prima parte)

La ditta era un piccolo fiore all’occhiello di quella che definiremo un’impresa provinciale dalla valenza internazionale. Con la sua produzione di particolari meccanici di precisione per l’industria chimica, l’azienda aveva velocemente conquistato la sua fetta di mercato con merito. La storia del successo era semplice: un proprietario con una idea e una preparazione ingegneristica notevole e un paio di figli con capacità commerciali e conoscenza delle lingue. In un ventennio la piccola attività era ora diventata una realtà invidiabile.

Nell’ufficio la noia la faceva da padrona nella settimana dopo le ferie. Il lavoro era ripreso, ma come sempre gli ultimi giorni di agosto erano dedicati a sistemare gli arretrati, prepararsi per settembre e piano piano perdere quella modalità vacanziera che ognuno, sia che fosse andato al mare o che fosse rimasto in campagna, aveva inevitabilmente assunto durante il mese del Ferragosto. Del resto, era forse meglio annoiarsi un po’ piuttosto che fare fronte alla frenesia che iniziava i primi giorni di settembre dove i telefoni non cessavano un attimo di squillare e le richieste aumentavano di volume come il bianco delle uova sbattute della torta che Anna aveva portato in ufficio per festeggiare il suo compleanno avvenuto il giorno prima.

“La settimana prossima arriverà anche il consulente della Privacy per la periodica verifica all’interno dell’azienda” disse Luca che stava sfogliando il suo calendario per prendere vantaggio della vera ripresa del lavoro che sarebbe arrivato. Piero mangiava con piacere la sua fetta di torta mentre inseriva i dati dei clienti che sarebbero tornati utili ai commerciali, ma non poté nascondere sulla sua faccia una allusiva contrarietà sul soggetto.

Deglutì il pezzetto di dolce che aveva in bocca e disse: “esiste una legge più inutile?” lanciando ai presenti quel tono di chiaro invito alla chiacchiera che poteva essere fatta quando c’erano momenti calmi come quel giorno. Era un invito allettante, perché a differenza di altri soggetti tipo il calcio che escludeva Anna, o la dieta che escludeva lui come il collega Luca, o il tempo che coinvolgeva tutti ma era oramai abusato, il soggetto della “privacy” non era mai stato toccato.

“Che problema c’è se mi riprendono a bere un caffè con un’altra donna? Se non ho niente da nascondere ed è soltanto un’amica non devo mica nascondermi.” Disse convinto prima di addentare un’altra fetta di torta.