400 Parole al giorno 5/28

Articolo 5 di 28

Un grande computer (prima parte)

Quel giorno erano stati assegnati al compito di scaricare delle immense casse e posizionarle secondo la logica di un disegno che gli era stato consegnato, all’interno di un capannone specificamente designato. Le casse erano posizionate su rimorchi che poi sarebbero stati spostati una volta svuotati. Otto e Franz cominciarono a spostare una cassa dopo l’altra, casse che oltre a pesare erano state dichiarate molto delicate.

Il sergente si era assicurato che capissero l’importanza della disposizione delle scatole e della cura con cui avrebbero dovuto maneggiare le parti in esse contenute. Avevano due giorni di tempo per sistemare la merce e avrebbero anche dovuto eliminare l’imballo formato da pesanti assi di legno così sbarazzarsi del materiale riempitivo usato per proteggere il carico, questo significava carta e paglia in quantità. Non c’era da perdere tempo.

Dopo mezza giornata Franz si rese conto che il lavoro sarebbe stato immane, scaricare le casse senza un ordine prestabilito avrebbe significato più tempo e questo era dovuto alla quantità di scarti che dovevano ammassare e che già stavano creando intralcio ai movimenti. Decise quindi di partire dalla cassa da posizionare nel punto più remoto del capannone assegnato, aprirla e lasciare il materiale nel posto corretto per passare a quella successiva. Avevano perso del tempo ma ad Otto e Franz il lavoro non faceva paura. Arrivati a sera inoltrata avevano recuperato la mattinata persa e la metà delle apparecchiature da montare erano oramai posizionate.

Decisero quindi di fermarsi per il loro rancio che oramai freddo era appoggiato su un tavolo. Quando una persona non comprende lo scopo delle disposizioni ricevute è incline al biasimo o alla critica nei confronti delle stesse. Per cui mentre il pasto veniva consumato non si trattennero dal commentare la strana attività che stavano facendo da molte ore oramai.

E mentre il pasto, freddo ma pur sempre apprezzato, veniva consumato e le chiacchiere indirizzate proprio alla stranezza del progetto si perdevano nell’immenso capannone, un ufficiale apparve alle loro spalle. “Soldati attenti!” ordinò. I due schizzarono in piedi consapevoli che il loro parlare senza riserve poteva dare adito a ripercussioni di carattere disciplinare. La rigidità dell’esercito era parte della potente aspettativa del Fuhrer e dei suoi progetti. “Ho sentito i vostri commenti sul lavoro che state svolgendo e se non foste stati così accurati prenderei seri provvedimenti verso di voi. In effetti mi aspettavo che la disposizione dei materiali prendesse molto più tempo.

400 Parole al giorno 4/28

Articolo 4 di 28

Furto di te (quarta parte)

Stordita e spaventata dalla possibilità che il suo “viaggio” potesse essere scoperto dal marito corse dalla cucina alla sala a recuperare i codici dal cassetto portandosi dietro il portatile. Recuperò quanto richiesto dalla gentile interfaccia e digitò i dati. Convinta di aver sistemato il tutto dopo poco una nuova richiesta. “Scriva il codice alla riga 456 per conferma della sua identità per favore.” Aveva cercato quanto richiesto riuscendo in un brevissimo tempo a rispondere. Era rimasta incollata allo schermo sperando che tutto fosse finito ma dopo pochi secondi un nuovo messaggio apparve: “Preferisce confermare la sua identità tramite codice sms che le invieremo o ci fornisce altro codice?” No! un messaggio sul cellulare del marito l’avrebbe fatta scoprire. Opzione due. “Scriva il codice presente sul cartoncino arancio alla riga 323”. Cartoncino arancio. E dove si trova? freneticamente ispezionò altre buste fino a che il cartoncino apparve sotto altre carte. Rigo 323 codice %34%, velocemente lo digitò ricevendo finalmente la chiusura della chat. “Grazie e buona giornata e lei. “

Sistemò il cassetto del marito come se non fosse mai stato aperto e tornò alle sue faccende. In serata, finita la cena consumata con il marito, mentre si apprestava a sciacquare i piatti (suo marito si era rifiutato di comprarle la lavastoviglie perché troppo costosa), aveva iniziato a sentire una serie di commenti straniti del marito che aumentavano di intensità e volume riducendosi in una sola sillaba: “NOOOO”. L’intero importo nel conto cifrato era sparito. Trasferito su un conto offshore e come confermato dal servizio clienti, conto cifrato assolutamente irrintracciabile. Scoprire cosa era successo era stato solo questione di qualche giorno in cui Isa aveva vissuto ai limiti del terrore. Riccardo era un collerico e molti ninnoli della casa erano stati lanciati fracassandosi contro le mura. Il matrimonio si era concluso in 2 mesi dopo che il marito si era informato se potesse denunciare la moglie, cosa che non avrebbe potuto fare senza rivelare la segretezza del tesoro accumulato.

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Il furto di identità coinvolge oggi più di 20.000 persone all’anno in Italia. I danni economici non sono però correttamente stimabili.

400 Parole al giorno 3/28

Articolo 3 di 28

Furto di te (terza parte)

Il tempo che Isa cominciava a dedicare alla sua tastiera copriva una grossa fetta della giornata e con l’intento di scoprire nuove ricette e nuove idee non disdegnava di navigare all’interno del mondo digitale come Alice nel paese delle meraviglie. Del resto, altre amiche che avevano la sua stessa sindrome da abbandono avevano allacciato rapporti più diretti con altri uomini diventando testimonial della miglior “chat” nella provincia fuori dal web: il pettegolezzo. Isa non 19 era però mai stata attratta da rapporti con altri uomini e il rapporto digitale non lo sentiva così sterile come qualcuno di questi psicologi da quattro soldi riportavano proprio sul web. E poi c’era la scoperta di nuovi siti, nuovi posti dove scoprire cosa si facesse e di cosa si trattasse in essi. Un log in, una password ed ecco che una nuova porta si apriva e con esso un nuovo mondo. Era diventata velocissima in log in e log out, ID e password (sempre la stessa) e via a navigare ancora. Un giorno Riccardo la chiamò chiedendole qualcosa di particolare. Era stato eccezionale se nel termine eccezionale prendiamo il concetto che la cosa non si sarebbe ripetuta. Le aveva chiesto di passarle dei codici di accesso che per qualche ragione stava facendo fatica a ricordare. Le aveva fornito l’esatta posizione, un cassetto suo dove aveva sempre richiesto di non sistemare, e l’esatta busta in cui trovare il codice cifrato composto di caratteri e numeri ben più complessi della sua ISA75. Le aveva però fatto piacere entrare nel mondo di suo marito e aiutarlo anche se per una cosa così piccola.

La curiosità le aveva fatto fare il passo successivo: entrare nel sito con un log in complesso sulla maschera seria di questo portale bilingue. Erano apparsi sullo schermo una serie di numeri che poco comprendeva. Aveva infatti impiegato del tempo a capire e altrettanto ad accettare, che il marito avesse sul conto in cui era entrata, 1.957.000 euro.

Ovviamente non avrebbe fatto parola al marito del fatto che era entrata nel “suo” mondo. Non per paura della sua reazione ma per timore che lui volesse di rimando violare il suo. Per cui aveva fatto le sue solite faccende e aveva aspettato per la cena il marito che non aveva orari. Ed era stato allora che il messaggio sul suo portatile le aveva catturato l’attenzione.

“Il suo account 800400500 deve essere chiuso con cura. Per favore riscriva la sua password che ce ne occupiamo noi. Ma sia più accorta la prossima volta”.

400 Parole al giorno 2/28

Articolo 2 di 28

Furto di te (seconda parte)

Isa non sapeva poi se gli impegni del marito o la poca cura di Dio verso di lei le avessero negato anche la gioia della gravidanza e dell’essere mamma, anche se questo non era un grosso patema per lei. Sta di fatto che un figlio non arrivava. E quando la sera si ritrovava a vedere un film alla televisione mentre il marito era immerso nei conti ed internet, mai pago dei soldi che stava facendo, la sua nostalgia maggiore era la mancanza di interazione con un uomo che lei aveva sperato l’avrebbe fatta sentire importante. Fino al giorno in cui, dietro indicazione della sua amica, aveva aperto un profilo social.

Aveva cominciato timidamente a interagire fino a trovarsi al centro di varie chat ed in seguito lei stessa ne aveva aperto una di sua iniziativa nella quale scriveva ricette; non che lei fosse una cuoca provetta, ma il fatto di essere presente e rispondere alle richieste la spingeva a trovare e sperimentare nuove esperienze di cucina, abilità che fino ad allora era stata poco riconosciuta da chiunque. Aveva trovato e scritto vecchie ricette della mamma e della zia e aveva creato un vero e proprio blog in cui riceveva quel magnifico componente di cui si ubriacava: l’attenzione. Era riuscita con tatto a farsi lasciare dal marito un portatile datato che lui usava per la ditta e farne la sua principale arma di battaglia. Riccardo poco notava l’attività della moglie alla quale del resto aveva sempre riservato poca importanza e sicuramente non aveva badato alle sue peripezie nel web, quello era un mondo che vuoi per motivi di lavoro, vuoi per noia, vuoi per supponenza, lui frequentava poco e niente. Non soffrivano per il loro rapporto ma erano affetti da una più grave malattia: abbandono di coppia celato da interessi e aspettative fittizi.

Ogni sera ognuno batteva sui tasti dividendo un “faccio il caffè ne vuoi?” o “c’è del gelato?” come unici rapporti e comunicazioni. Riccardo nascondeva i propri successi finanziari per paura che questi potessero essere rivelati incautamente dalla moglie e lei non raccontava i suoi convinta che non fossero importanti. E poi le piaceva avere questo rapporto con i mille utenti con cui scambiava idee ed emozioni digitali e tenerlo per sé, come se questo avvalorasse la sua soddisfazione.

400 Parole al giorno

Articolo 1 di 28

Furto di te (prima parte)

Isa era una donna semplice che aveva sposato Riccardo, un uomo meno semplice. Il loro amore era cominciato in una discoteca di provincia ed era finito in un matrimonio come tanti.

Isa aveva continuato ad essere la semplice ragazza di provincia intenta nella cura della casa, nelle poche amicizie frivole che aspettavano le vacanze estive per avere un’impennata di entusiasmo.

Riccardo invece aveva avuto una notevole svolta quando era andato a lavorare come impiegato prima, e agente di commercio poi, in una azienda che lavorava e produceva caffè. Il numero di viaggi e di persone che frequentava era nettamente superiore a quello della moglie. Le trattative e gli impegni lo avevano portato dall’essere un ragazzo di provincia a diventare un mercante raffinato del prodotto più usato dagli italiani dalle sei alle dieci del mattino. Ma non era questo che lo aveva cambiato. Quello che lo aveva cambiato era la quantità di denaro che vedeva ogni giorno e il potenziale guadagno che lui poteva fare. Diventare un agente di commercio era stato inevitabile e quando aveva scoperto che poteva gestire una parallela attività di compravendita per tutti quei commercianti che richiedevano un chilo di caffè sottobanco che poteva alleggerire la loro dichiarazione dei redditi nonché la sua, ci si era buttato riuscendo ad arricchirsi in modo quasi frenetico.

Aveva pensato di tenere nella sua vita un profilo basso e mentre da una parte lottava per non far scoprire alla sua società da cui era stipendiato il suo business con mille bugie e altrettanti sotterfugi, dall’altra era impegnato a nascondere i suoi profitti illeciti da chi in effetti in qualche modo glieli aveva procurati: Agenzia delle entrate.

Riccardo aveva intrapreso una serie di studi a cui si era trovato particolarmente portato per insabbiare i suoi guadagni, e mentre accumulava ricchezze in un conto cifrato, viveva una vita provinciale anonima e agli occhi di altri quasi povera. Questa necessità di avere il piede in due scarpe sia in termini lavorativi che in termini di guadagno aveva cambiato il carattere semplice e simpatico dell’uomo che Isa aveva conosciuto anni prima in discoteca.

Riccardo era ossessionato nelle spese e a volte ostentava un profilo basso maggiore di quello necessario e negava ad Isa soddisfazioni che altre sue amiche avevano tipo la gita della parrocchia all’estero o un albergo diverso per l’estate invece che la solita pensione a Rimini che dopo dieci anni le stava molto stretta. (segue sul prossimo articolo in uscita lunedì 2 agosto)

Privacy, questa sconosciuta

Leggo con una sensazione di stordimento la creazione e l’uso di una app di tracciabilità istituita in Cina contro il diffondersi del COVID-19 alla fine della quarantena. Apparentemente tutti gli spostamenti delle persone, chi frequentano, etc  saranno disponibili a scopo preventivo.
Sembra anche che tale soluzione sia allo studio in occidente incuranti della potenziale violazione della privacy di tale tracciamento. Come in altre controversie tra la Privacy e altri diritti (Privacy e il diritto di stampa, Privacy e il diritto alla salute), è possibile che la Privacy ne esca sconfitta. Ho pensato quindi di inserire sotto il capitolo della storia della Privacy tratto da un mio libro, che spiega perché essa è inserita all’interno dei Diritti Universali sanciti dalle Nazioni Unite nel 1948.       Il racconto è presentato con una novella, come tutto il libro sul soggetto pubblicato a luglio del 2019. Il libro, affrontando un soggetto  “pedante”, è stato così scritto – con novelle scorrevoli e divertenti – allo scopo di renderlo leggero a lettori meno preparati . 

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