Sono reduce dalla visione di un incredibile documentario dal titolo “Attacco al demonio”.
È la storia di Harold Evans che, a capo del SudayTimes condusse una campagna morale contro la società Distiller e contro l’atteggiamento intimidatorio e riccattatorio avvenuto durante i processi sui danni e il rimborso ai talidomidici nell’Inghilterra negli anni sessanta e settanta.
Seduto nel deserto a bere un tè con Gheddafi è un romanzo di fantasia che aggancia situazioni reali. Lo scopo del libro è quello di ostacolare la promozione della guerra come soluzione ai problemi. In ogni caso è un romanzo di fantasia. Nelle sue pagine esiste però una teoria sulla vicenda di Mani Pulite del 1992. Oggi sul quotidiano Libero il politologo di origine rumene Luttwak ne espone una simile. Non uguale ma abbastanza differente da quella della cronaca.
dall’articolo: E Mani Pulite nel 1992? “Fu una stagione in cui un gruppo di magistrati italiani abusarono dei loro poteri: una minoranza rumorosa molto attiva che ha cercato di estendere il suo potere in modo non democratico”. Non un golpe, però, ma “l’azione di una casta, che usa i poteri propri di una casta, per sovvertire l’ordine costituzionale. La politica li teme perché, a ogni critica, c’è sempre il rischio che parta un avviso di garanzia, o un’indagine”.
A diciassette anni partecipai ad una manifestazione. I giornali parlarono di centomila persone presenti. Erano tante e non riuscii a vedere dove la massa di gente iniziava a dove finiva. Potei concludere che centomila persona sono una quantità enorme.Continua a leggere “Centomila sono tanti…”
Da questa mattina su ilmiolibro.it è disponibile la nuova versione rivista e corretta della biografia La mia mano destra. Appena pronto aggiornerò sugli sviluppi. In ogni caso il libro è acquistabile a prezzo promozionale per un tempo limitato.
Questa mattina mi sono recato al Circoclo della Stampa di Milano per la presentazione del libro “Il farmaco oscuro” il reportage più completo sulla vicenda Talidomide disponibile oggi. A parte la presentazione del libro che tratterò in modo dettagliato volevo riportare lo scambio avvenuto con una giornalista che chiedeva: “ma quanti sono i Talidomidici?”
Oggi è accaduto un evento particolare che mi ha fatto riflettere. Una amica, per ricordare ad un’altra persona chi io fossi le ha detto: “quello che ha presentato il libro”. Io, per identificare me stesso con qualcuno che al telefono non mi ricorda, vado diretto: “sono quello a cui manca la mano destra”. Più facile di così. Lei per timore si è riferita a me come “quello del libro” rimarcando che a Verona mi ricordano per la mia presentazione Continua a leggere “dello scrivere ….”
L’arte nella sua storia ha sempre accompagnato periodi di benessere. Nel mio libro scrivo:
“Quando i fattori quali il cibo e il clima, fattori di immediata sopravvivenza, sono sotto controllo l’Uomo riesce a dedicarsi ad altro. Il contadino ha tempo per il ballo del paese, il cortigiano può mantenere il poeta a corte, il feudatario l’architetto o il pittore in attività ed il re o il Papa arrivano a costruire nuove cattedrali o castelli.”Continua a leggere “L’Arte come arma”
Una cara amica che si occupa di arte si congratula con me per il recente post, ma discute e ne disapprova una parte poiché secondo lei l’arte non sempre viene compresa. Lei è una restauratrice affermata. E il periodo di decadimento storico di una nazione si mostra proprio nell’incùria che si ha per i bei prodotti che l’Arte ha disseminato.
Si scontrano quindi due teorie: viene prima la creazione artistica, o viene prima la rinascita culturale ed economica di una nazione?
Il quesito quindi è : L’Arte crea il Rinascimento di una nazione o essa è il prodotto di tale Rinascimento ?
Non è che io sia contrario a comunicare idee politiche; sono contrario a spaventare, ad allontanare, a far diventare odioso il mondo della politica. E il libro Seduto nel deserti a bere un tè con Gheddafi è un sistema per comunicare idee di vario spessore. Per esempio conosci la teorica storia (differente) di tangentopoli e cosa c’è stato dietro ad essa? Io l’ho inserita nel libro all’interno del racconto,può essere conosciuta e compresa . È vantaggioso imparare la storia leggendo uno scorrevole romanzo. C’è meno nervosismo e più capacità di analisi. E con esso puoi imparare delle cose senza sentirti turbato o agitato da notizie catastrofiche. Imparare serve. Spaventarsi o turbarsi no.