400 Parole al giorno 8/28

Articolo 8 di 28

Il giornalista perduto (seconda parte)

Roberto rimase interdetto per la situazione, e sebbene non fosse preoccupato del tempo che scorreva, voleva sapere dove si trovasse e cosa stesse succedendo. “Mio caro signore, lei è arrivato alle porte del Giudizio ultimo. Io ho indicazione per qualsiasi persona, ma per alcune categorie mi servono delle commissioni a parte. Politici, divi del cinema, giornalisti e altre ancora che non sto ad elencarle. Non mi chieda perché. Io eseguo solo gli ordini. La commissione verrà pronta a breve e lei si deve accomodare lì” il dito dell’addetto indicava una sedia apparsa non si sa da dove, ma la cosa strana fu che Roberto si ritrovò seduto senza poter resistere in nessun modo. Il lungo tavolo era leggermente più alto della sua sedia e in un tempo che non riuscì assolutamente a stimare, la commissione si materializzò.

Erano solo due persone. Inforcati gli occhiali il più anziano cominciò a leggere: “Roberto Franco Rigamonti, questa commissione prenderà in esame il suo operato di giornalista. Altre attività della sua vita terrena non sono di competenza in questa seduta. Alcune vicende esterne alla professione potranno essere tenute in considerazione come attenuanti se in qualche modo la commissione ne riscontrerà la coerenza.” “Lei, dopo alcuni anni passati al Veritàsempre! come redattore capo, è poi passato come responsabile di cronaca e cronaca nera al Cronacainfame. Sembra che abbia prodotto una incredibile quantità di articoli sulle vicende della sua città”. “Sì in effetti sono fiero di aver servito la mia comunità con costanza,” rispose Roberto e subito si stupì di ciò che aveva detto. Di fatto dell’immagine di cronista rampante non gliene era mai fregato più di tanto. “Signore!” disse l’anziano che gli aveva posto la domanda, “deve rivolgersi ai membri della commissione usando il Signore. È una buona abitudine e ci teniamo mantenerla.” E continuò: “Vedo articoli su alcuni scandali economici riguardanti una fazione politica della sua città, ma quasi nessuno riguardante la fazione opposta. Ha una spiegazione?” “Beh, Signore, ho ritenuto che una fazione fosse particolarmente disonesta e politicamente corrotta da costituire un importante filone da seguire e da denunciare alla pubblica opinione. Era parte delle mie competenze.” “In ogni caso, signore, sarebbe per me più facile agevolare la commissione se comprendessi il suo scopo.” “Pensavo fosse chiaro. Le attività di giornalismo vengono valutate da questa commissione che ha al suo interno membri che sono stati giornalisti.

400 Parole al giorno 7/28

Articolo 7 di 28

Il giornalista perduto (prima parte)

Era mattina tardi e Roberto faticava a svegliarsi. Era dovuto alle ore piccole che aveva fatto e all’abuso di alcool che consumava quasi regolarmente ogni giorno alla fine del suo lavoro, dalle due alle cinque di mattina. Quando il giornale andava in stampa era solito portarsi al Creme Caramel e annegare nel vino o birra che fosse le fatiche del suo lavoro da giornalista. Era poi difficile alzarsi prima di mezzogiorno. Ma quel giorno erano le tre di pomeriggio e sebbene il suo telefono cellulare stesse suonando non riusciva proprio a svegliarsi. Ed era strano che riuscisse a vedere il proprio corpo disteso con piena consapevolezza, ma che sebbene ne avesse l’intenzione questo non seguisse le sue disposizioni. Non era preoccupato di questa situazione ma annoiato.

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Ad un certo punto intorno alle sei di pomeriggio la porta fu aperta forzatamente e Malcom il vicecapo redattore e suo amico storico, irruppe nella stanza constatando che il corpo di Roberto era privo di vita. Dovette allora comprendere che lui, la vita, erano qualcosa di distinto e in questa nuova dimensione strana e molto particolare, aveva qualcosa da fare. Sentiva che c’era una sorta di scadenza, come quando doveva finire un articolo e Malcom lo chiamava a rapporto per inserirlo nella sua rubrica di cronaca nera; era consapevole di una scadenza, di un appuntamento. Fu in quel momento che una luce lo abbagliò sul davanti invitandolo in modo quasi gentile a cui non poteva resistere, ad una ascesa verso l’alto. In un tempo non facile da stimare si trovò in mezzo ad una lunga fila di persone in uno scenario poco chiaro, in cui preoccupazione o altre emozioni erano inesistenti. Per esempio, nonostante la lunga fila non c’era quella protesta naturale che sorgeva per il tempo perso. Vero era che lui in quelle situazioni abusava del suo tesserino da giornalista e in tono perentorio scavalcava la fila portandosi alla prima posizione incurante se qualcuno protestava o no. Ma lì non solo non trovava il suo tesserino, ma era poco interessato a correre al primo posto. Era circondato da una pace e tranquillità che gli permettevano di stare in fila e procedere tutto sommato speditamente.

Finalmente arrivò il suo turno. L’addetto guardò l’elenco che veniva spuntato e si fermò un attimo come impreparato. “Lei è Roberto Franco Rigamonti?” “Sì”, risposte Roberto che poco amava l’uso del suo nome completo. “Era un giornalista?”  “Certo, lo sono ancora” rispose quasi scocciato. “Beh, quello che lei è ora a me non interessa. Devo invitarla a sedersi perché non sapevo del suo arrivo e devo chiamare la commissione”.

400 Parole al giorno 6/28

Articolo 6 di 28

Un grande computer (seconda parte)

Sono il Colonnello Von Klouse e sono l’ufficiale di collegamento di questo progetto con i tecnici americani che da domani arriveranno in Germania”. Il colonello guardava il materiale scaricato con grande ammirazione. “Questo è un grande progetto e voi dovreste sapere in quale grande passo state venendo coinvolti. Le apparecchiature che qui vedete costituiscono un grosso e costoso sistema meccanografico costruito dalla IBM che ha deciso di usare la grande Germania per testarne l’efficacia.” Otto e Franz sempre sull’attenti non avevano la minima idea di cosa fosse un sistema meccanografico, ma non né l’uno né l’altro si sarebbe mai sognato di interrompere la spiegazione dell’alto ufficiale. Ringraziavano il fatto di aver lavorato duramente fino a tardi evitando così delle spiacevoli sanzioni disciplinari per essersi permessi di fare commenti. Il buon lavoro fatto aveva evidentemente impressionato favorevolmente l’ufficiale davanti a loro. “Questa apparecchiatura una volta montata potrà assorbire una quantità di informazioni prima impensabili e soprattutto potrà renderli disponibili in un tempo ritenuto impossibile in precedenza. Noi inseriremo al suo interno i nomi di tutte le persone che sono nemici della patria, persone che sono di origine ebrea, zingari e ogni tipo di umanoide che non rappresenta lo standard della razza ariana. Avremo indirizzi, attività e conti correnti inseriti in esso, collegamenti e collaborazioni ed in breve potremmo smantellare intere reti di antagonisti alla grande Germania.” Mentre parlava i suoi occhi brillavano di luce propria, come un artista che descrive la scultura da creare. “Questo progetto sarà il fiore all’occhiello della rete investigativa della prossima polizia che il Fuhrer vuole realizzare.” Otto e Franz lavorarono ininterrottamente tutta la notte spronati dall’importante progetto in cui erano stati coinvolti anche fosse solo per scaricare e sistemare, e per evitare eventuali ripensamenti da parte di Von Klouse sui loro commenti inopportuni. Il sistema andò in funzione nel periodo programmato.

Il sistema meccanografico IBM a schede perforate venne effettivamente realizzato in Germania a seguito di un piano emanato nel 1933 dal governo per schedare tutti gli ebrei e gitani e altri gruppi ritenuti indesiderati da Hitler. Il sistema costituì un importante passaggio di quella che è storicamente riconosciuta come la Shoah. La prima schedatura della storia si materializzò nelle mani del più pazzo 30 progetto dei tempi moderni. (fonte IBM and the holocaust di Edwin Black).

Eleanor Roosevelt promotrice dei Diritti Umani

La Dichiarazione dei diritti universali approvata dalle Nazioni unite nel 1948 prende forma dall’osservazioni delle atrocità commesse durante la Seconda guerra mondiale. I trenta diritti ritenuti inalienabili tra cui il diritto ad un Equo processo, allo Studio, comprendono anche il diritto alla Privacy.

400 Parole al giorno 5/28

Articolo 5 di 28

Un grande computer (prima parte)

Quel giorno erano stati assegnati al compito di scaricare delle immense casse e posizionarle secondo la logica di un disegno che gli era stato consegnato, all’interno di un capannone specificamente designato. Le casse erano posizionate su rimorchi che poi sarebbero stati spostati una volta svuotati. Otto e Franz cominciarono a spostare una cassa dopo l’altra, casse che oltre a pesare erano state dichiarate molto delicate.

Il sergente si era assicurato che capissero l’importanza della disposizione delle scatole e della cura con cui avrebbero dovuto maneggiare le parti in esse contenute. Avevano due giorni di tempo per sistemare la merce e avrebbero anche dovuto eliminare l’imballo formato da pesanti assi di legno così sbarazzarsi del materiale riempitivo usato per proteggere il carico, questo significava carta e paglia in quantità. Non c’era da perdere tempo.

Dopo mezza giornata Franz si rese conto che il lavoro sarebbe stato immane, scaricare le casse senza un ordine prestabilito avrebbe significato più tempo e questo era dovuto alla quantità di scarti che dovevano ammassare e che già stavano creando intralcio ai movimenti. Decise quindi di partire dalla cassa da posizionare nel punto più remoto del capannone assegnato, aprirla e lasciare il materiale nel posto corretto per passare a quella successiva. Avevano perso del tempo ma ad Otto e Franz il lavoro non faceva paura. Arrivati a sera inoltrata avevano recuperato la mattinata persa e la metà delle apparecchiature da montare erano oramai posizionate.

Decisero quindi di fermarsi per il loro rancio che oramai freddo era appoggiato su un tavolo. Quando una persona non comprende lo scopo delle disposizioni ricevute è incline al biasimo o alla critica nei confronti delle stesse. Per cui mentre il pasto veniva consumato non si trattennero dal commentare la strana attività che stavano facendo da molte ore oramai.

E mentre il pasto, freddo ma pur sempre apprezzato, veniva consumato e le chiacchiere indirizzate proprio alla stranezza del progetto si perdevano nell’immenso capannone, un ufficiale apparve alle loro spalle. “Soldati attenti!” ordinò. I due schizzarono in piedi consapevoli che il loro parlare senza riserve poteva dare adito a ripercussioni di carattere disciplinare. La rigidità dell’esercito era parte della potente aspettativa del Fuhrer e dei suoi progetti. “Ho sentito i vostri commenti sul lavoro che state svolgendo e se non foste stati così accurati prenderei seri provvedimenti verso di voi. In effetti mi aspettavo che la disposizione dei materiali prendesse molto più tempo.

400 Parole al giorno 4/28

Articolo 4 di 28

Furto di te (quarta parte)

Stordita e spaventata dalla possibilità che il suo “viaggio” potesse essere scoperto dal marito corse dalla cucina alla sala a recuperare i codici dal cassetto portandosi dietro il portatile. Recuperò quanto richiesto dalla gentile interfaccia e digitò i dati. Convinta di aver sistemato il tutto dopo poco una nuova richiesta. “Scriva il codice alla riga 456 per conferma della sua identità per favore.” Aveva cercato quanto richiesto riuscendo in un brevissimo tempo a rispondere. Era rimasta incollata allo schermo sperando che tutto fosse finito ma dopo pochi secondi un nuovo messaggio apparve: “Preferisce confermare la sua identità tramite codice sms che le invieremo o ci fornisce altro codice?” No! un messaggio sul cellulare del marito l’avrebbe fatta scoprire. Opzione due. “Scriva il codice presente sul cartoncino arancio alla riga 323”. Cartoncino arancio. E dove si trova? freneticamente ispezionò altre buste fino a che il cartoncino apparve sotto altre carte. Rigo 323 codice %34%, velocemente lo digitò ricevendo finalmente la chiusura della chat. “Grazie e buona giornata e lei. “

Sistemò il cassetto del marito come se non fosse mai stato aperto e tornò alle sue faccende. In serata, finita la cena consumata con il marito, mentre si apprestava a sciacquare i piatti (suo marito si era rifiutato di comprarle la lavastoviglie perché troppo costosa), aveva iniziato a sentire una serie di commenti straniti del marito che aumentavano di intensità e volume riducendosi in una sola sillaba: “NOOOO”. L’intero importo nel conto cifrato era sparito. Trasferito su un conto offshore e come confermato dal servizio clienti, conto cifrato assolutamente irrintracciabile. Scoprire cosa era successo era stato solo questione di qualche giorno in cui Isa aveva vissuto ai limiti del terrore. Riccardo era un collerico e molti ninnoli della casa erano stati lanciati fracassandosi contro le mura. Il matrimonio si era concluso in 2 mesi dopo che il marito si era informato se potesse denunciare la moglie, cosa che non avrebbe potuto fare senza rivelare la segretezza del tesoro accumulato.

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Il furto di identità coinvolge oggi più di 20.000 persone all’anno in Italia. I danni economici non sono però correttamente stimabili.

400 Parole al giorno 3/28

Articolo 3 di 28

Furto di te (terza parte)

Il tempo che Isa cominciava a dedicare alla sua tastiera copriva una grossa fetta della giornata e con l’intento di scoprire nuove ricette e nuove idee non disdegnava di navigare all’interno del mondo digitale come Alice nel paese delle meraviglie. Del resto, altre amiche che avevano la sua stessa sindrome da abbandono avevano allacciato rapporti più diretti con altri uomini diventando testimonial della miglior “chat” nella provincia fuori dal web: il pettegolezzo. Isa non 19 era però mai stata attratta da rapporti con altri uomini e il rapporto digitale non lo sentiva così sterile come qualcuno di questi psicologi da quattro soldi riportavano proprio sul web. E poi c’era la scoperta di nuovi siti, nuovi posti dove scoprire cosa si facesse e di cosa si trattasse in essi. Un log in, una password ed ecco che una nuova porta si apriva e con esso un nuovo mondo. Era diventata velocissima in log in e log out, ID e password (sempre la stessa) e via a navigare ancora. Un giorno Riccardo la chiamò chiedendole qualcosa di particolare. Era stato eccezionale se nel termine eccezionale prendiamo il concetto che la cosa non si sarebbe ripetuta. Le aveva chiesto di passarle dei codici di accesso che per qualche ragione stava facendo fatica a ricordare. Le aveva fornito l’esatta posizione, un cassetto suo dove aveva sempre richiesto di non sistemare, e l’esatta busta in cui trovare il codice cifrato composto di caratteri e numeri ben più complessi della sua ISA75. Le aveva però fatto piacere entrare nel mondo di suo marito e aiutarlo anche se per una cosa così piccola.

La curiosità le aveva fatto fare il passo successivo: entrare nel sito con un log in complesso sulla maschera seria di questo portale bilingue. Erano apparsi sullo schermo una serie di numeri che poco comprendeva. Aveva infatti impiegato del tempo a capire e altrettanto ad accettare, che il marito avesse sul conto in cui era entrata, 1.957.000 euro.

Ovviamente non avrebbe fatto parola al marito del fatto che era entrata nel “suo” mondo. Non per paura della sua reazione ma per timore che lui volesse di rimando violare il suo. Per cui aveva fatto le sue solite faccende e aveva aspettato per la cena il marito che non aveva orari. Ed era stato allora che il messaggio sul suo portatile le aveva catturato l’attenzione.

“Il suo account 800400500 deve essere chiuso con cura. Per favore riscriva la sua password che ce ne occupiamo noi. Ma sia più accorta la prossima volta”.

400 Parole al giorno 2/28

Articolo 2 di 28

Furto di te (seconda parte)

Isa non sapeva poi se gli impegni del marito o la poca cura di Dio verso di lei le avessero negato anche la gioia della gravidanza e dell’essere mamma, anche se questo non era un grosso patema per lei. Sta di fatto che un figlio non arrivava. E quando la sera si ritrovava a vedere un film alla televisione mentre il marito era immerso nei conti ed internet, mai pago dei soldi che stava facendo, la sua nostalgia maggiore era la mancanza di interazione con un uomo che lei aveva sperato l’avrebbe fatta sentire importante. Fino al giorno in cui, dietro indicazione della sua amica, aveva aperto un profilo social.

Aveva cominciato timidamente a interagire fino a trovarsi al centro di varie chat ed in seguito lei stessa ne aveva aperto una di sua iniziativa nella quale scriveva ricette; non che lei fosse una cuoca provetta, ma il fatto di essere presente e rispondere alle richieste la spingeva a trovare e sperimentare nuove esperienze di cucina, abilità che fino ad allora era stata poco riconosciuta da chiunque. Aveva trovato e scritto vecchie ricette della mamma e della zia e aveva creato un vero e proprio blog in cui riceveva quel magnifico componente di cui si ubriacava: l’attenzione. Era riuscita con tatto a farsi lasciare dal marito un portatile datato che lui usava per la ditta e farne la sua principale arma di battaglia. Riccardo poco notava l’attività della moglie alla quale del resto aveva sempre riservato poca importanza e sicuramente non aveva badato alle sue peripezie nel web, quello era un mondo che vuoi per motivi di lavoro, vuoi per noia, vuoi per supponenza, lui frequentava poco e niente. Non soffrivano per il loro rapporto ma erano affetti da una più grave malattia: abbandono di coppia celato da interessi e aspettative fittizi.

Ogni sera ognuno batteva sui tasti dividendo un “faccio il caffè ne vuoi?” o “c’è del gelato?” come unici rapporti e comunicazioni. Riccardo nascondeva i propri successi finanziari per paura che questi potessero essere rivelati incautamente dalla moglie e lei non raccontava i suoi convinta che non fossero importanti. E poi le piaceva avere questo rapporto con i mille utenti con cui scambiava idee ed emozioni digitali e tenerlo per sé, come se questo avvalorasse la sua soddisfazione.

400 Parole al giorno

Articolo 1 di 28

Furto di te (prima parte)

Isa era una donna semplice che aveva sposato Riccardo, un uomo meno semplice. Il loro amore era cominciato in una discoteca di provincia ed era finito in un matrimonio come tanti.

Isa aveva continuato ad essere la semplice ragazza di provincia intenta nella cura della casa, nelle poche amicizie frivole che aspettavano le vacanze estive per avere un’impennata di entusiasmo.

Riccardo invece aveva avuto una notevole svolta quando era andato a lavorare come impiegato prima, e agente di commercio poi, in una azienda che lavorava e produceva caffè. Il numero di viaggi e di persone che frequentava era nettamente superiore a quello della moglie. Le trattative e gli impegni lo avevano portato dall’essere un ragazzo di provincia a diventare un mercante raffinato del prodotto più usato dagli italiani dalle sei alle dieci del mattino. Ma non era questo che lo aveva cambiato. Quello che lo aveva cambiato era la quantità di denaro che vedeva ogni giorno e il potenziale guadagno che lui poteva fare. Diventare un agente di commercio era stato inevitabile e quando aveva scoperto che poteva gestire una parallela attività di compravendita per tutti quei commercianti che richiedevano un chilo di caffè sottobanco che poteva alleggerire la loro dichiarazione dei redditi nonché la sua, ci si era buttato riuscendo ad arricchirsi in modo quasi frenetico.

Aveva pensato di tenere nella sua vita un profilo basso e mentre da una parte lottava per non far scoprire alla sua società da cui era stipendiato il suo business con mille bugie e altrettanti sotterfugi, dall’altra era impegnato a nascondere i suoi profitti illeciti da chi in effetti in qualche modo glieli aveva procurati: Agenzia delle entrate.

Riccardo aveva intrapreso una serie di studi a cui si era trovato particolarmente portato per insabbiare i suoi guadagni, e mentre accumulava ricchezze in un conto cifrato, viveva una vita provinciale anonima e agli occhi di altri quasi povera. Questa necessità di avere il piede in due scarpe sia in termini lavorativi che in termini di guadagno aveva cambiato il carattere semplice e simpatico dell’uomo che Isa aveva conosciuto anni prima in discoteca.

Riccardo era ossessionato nelle spese e a volte ostentava un profilo basso maggiore di quello necessario e negava ad Isa soddisfazioni che altre sue amiche avevano tipo la gita della parrocchia all’estero o un albergo diverso per l’estate invece che la solita pensione a Rimini che dopo dieci anni le stava molto stretta. (segue sul prossimo articolo in uscita lunedì 2 agosto)

Le nuove crociate: Sensazioni verso Spiritualità

Una veloce analisi storica delle crociate   fa scoprire un’evidente incongruenza: lo scopo spirituale della Religione è stato perseguito dall’uomo con la spada.

Chi si occupa di Spiritualità, dell’Anima, di Dio (qualunque esso sia) non può da questo gradino scendere ad usare la spada per sconfiggere dei corpi. In qualsiasi Religione troviamo espressa in differenti modi, la Regola Aurea, o differenti versioni del “porgi l’altra guancia” che potrebbe essere letto con: non scendere a sfide violente tu che sei interessato all’Anima.

Lo scontro presente sulla Terra  è da lungo tempo  tra la Spiritualità e l’esaltazione delle sensazioni corporee.

Dalla parte delle sensazioni corporee troviamo esasperazione per sensazioni sessuali, non importa con chi o con quali corpi, preoccupazione ossessiva per la salute fisica e l’aspetto.  Diventa quindi più importante il fisico della morale, l’aspetto esteriore delle intenzioni interiori e l’apparire dall’essere. Si arriva, perdendo di vista l’anima o la parte spirituale, ad affidarsi a qualsiasi cura per il mantenimento del corpo, all’uso sfrenato della chirurgia plastica, all’abbandono di valori come amicizia, coraggio, fedeltà ed integrità, perché saltare in un incendio per salvare un amico può farti perdere il tuo corpo.

Persi i valori di cui sopra a cui si aggiunge Onestà, la vera Felicità, non la sensazione effimera di arrivare a possedere, è smarrita, addirittura sconosciuta.

Di fronte abbiamo quindi homo sapiens verso Esseri spirituali. Credenti del materialismo contro Uomini.

La battaglia però non ha senso di esistere, perché nell’ambito delle attività spirituali la spada è sconosciuta. Al “contingente” mosso dalla spiritualità basta far ricordare ad altri che sotto l’apparire, sotto un corpo perfetto c’è un individuo che soffre per la perdita della vera felicità che lui otterrebbe nel ritrovare sé stesso.

E così le  Chiese e le Fedi non dovrebbero concentrarsi sui decreti dei politici senz’anima, fare battaglie e proporre scontri, ma concentrarsi su attività che innalzino l’Anima e la parte Spirituale dell’uomo che stanno venendo minate dal materialismo.

E solo allora l’Amore di coppia verrà differenziato dalla sensazione sessuale,  i rapporti personali saranno più importanti di una salute estetica del corpo, solo allora  la Morale e l’Etica diventeranno più importanti del conto in banca e dei beni che mostrano un successo fittizio. L’ultima auto sportiva non rimedia alla solitudine di una vera amicizia.

La Spiritualità ed il ritorno ad essa può sconfiggere tutti i decreti e le leggi del futuro, perché non saranno di moda e desiderati, se la salute del corpo sarà meno importante della partecipazione ad un rito, dell’abbracciarsi per la felicità.   

Lasciamo le nuove crociate e torniamo a ricordare all’Uomo di essere ciò che è. Tutti vinceremo, tranne la spada che resterà triste nel fodero.

CHI SONO GLI EROI DEI NOSTRI FIGLI E CHI LI SCEGLIE.

Ho fatto parte degli appassionati di Goldrake, un’astronave guidata da un umano in una serie di cartoni animati alla fine degli anni settanta, per cui è normale che i nuovi eroi di quaranta anni dopo faccia fatica a capirli. I miei genitori ascoltavano musica per me irreale, e loro non capivano la mia. Comprendo che da una generazione ad un’altra (e quarant’anni sono quasi due generazioni) i gusti siano notevolmente cambiati.

Il messaggio però no, il cambiamento del messaggio, quello non lo capisco.

I miei eroi erano belli, educati, vincenti. Si vestivano solitamente bene. Erano dei personaggi da ammirare e in definitiva una meta da raggiungere.

Anche la mitologia antica proponeva personaggi evidentemente irreali che però, nella loro altezza di Dei o eroi, insegnavano valori, etica, fierezza ed altro.

Oggigiorno, con la scusa di “portare la vita nella TV”, questa si è trasformata in spazzatura con programmi dove chiunque può urlare e dare il peggio di sé.  

Ma nel caso degli adulti esiste il proprio potere di scelta. Nessuno ti obbliga a vedere il Grande Fratello VIP (chissà se i partecipanti hanno letto il libro di George Orwell da cui è preso il nome) o altri programmi compresi quelli di giornalismo/culturale (scritto in minuscolo di proposito) dove la pratica è quella di urlare più forte di altri per aver ragione.

Tornando alla tendenza, questa investe anche il mondo dei bambini.

Spesso i cartoni di oggi, su cui a volte mi cade l’occhio e gli eroi in essi, sono l’opposto. Sembra che sia stata introdotta una tendenza, sotto l’ombrello del politicamente corretto, che prevede personaggi differenti: gli eroi devono scendere dalla cima della loro altezza ed essere normali, anzi possibilmente un po’ più messi male di noi, magari paurosi o paranoici, perché “chi non ha delle ansie al giorno d’oggi?”.

E mentre i canali dei cartoni abbondano ed amplificano la loro programmazione (ho trovato cartoni a mezzanotte e alle sei del mattino), Youtube kids propone deficienti in famiglia che fanno giochi a volte impressionanti per i piccoli. Non sono poche le notti perse da mia nipote non proprio neonata, a causa di video un po’ “pesanti” propinati non si capisce da chi.

Che questo sia un programma prestabilito per indebolire le generazioni future ed averle paranoiche già da piccoli io non lo so. Certo è che bambini che cacciano bisce come quelli dei miei tempi sono un po’ più difficili da soggiogare.  

In ogni caso, controtendenza a tutto questo, mi sto dedicando alla scrittura di piccoli racconti per bambini dove non manchi il fantastico e dove i valori del buono, educato e bravo a scuola siano rimessi sulla passarella, perché in fondo in fondo, solo dei pazzi vorrebbero i loro figli maleducati, cattivi e perdenti a scuola.

Donato Salvia